Lasciamoci sorprendere

26.03.2024

Tra pochi giorni sarà Pasqua e nelle nostre case si ripeterà il rituale tanto atteso, da bambini e non, dell'apertura delle uova di cioccolato. 

Incarti attraenti e briluciccosi ci richiamano in questi giorni dagli scaffali dei supermercati gremiti di uova pasquali dei più svariati marchi, di fronte ai quali, ammettiamolo, nessuno di noi può rimanere indifferente. Ma perché le uova di Pasqua hanno questo incredibile potere di seduzione ( da se-duco, condurre a sé) sulle persone, bambini, adulti, anziani, maschi o femmine che siano?

La dimensione della sorpresa sembra appartenerci ontologicamente, in quanto esseri umani.

Non siamo fatti per una routine ripetitiva e noiosa, abbiamo bisogno di sperimentare la novità di qualcosa di inatteso per stare bene: compriamo dunque l'uovo di Pasqua per lasciarci sorprendere da qualcosa, per riprovare quel brevissimo istante di agognata felicità che proviamo tutte le volte che abbiamo davanti a noi quel magico ovale, perfetto, lucido e marrone e siamo lì, pronti per romperlo. Ma in fondo, cosa lo rende così irresistibile? A pensarci bene, ancor più del cioccolato, il cui sapore più o meno già conosciamo per averlo più volte sperimentato, quel che ci fa fremere è la consapevolezza che lì dentro ci sia qualcosa di misterioso che ci aspetta e che presto sarà nostro. Il potere seduttivo dell'uovo di Pasqua risiede nel fatto che contiene la sorpresa: bella o brutta che sia, l'importante è sapere che ci sia!

Oggi, a causa di una certa mentalità efficientista che punta ad un'iper-organizzazione dei tempi sin dall'infanzia, rischiamo di privare la nostra vita della dimensione della sorpresa. Quasi ne abbiamo paura, perché l'imprevisto fa saltare i nostri piani, mentre noi vogliamo avere il controllo assoluto su tutto e su tutti. 

Forse in questa società dai legami liquidi abbiamo bisogno di altri argini che ci definiscano. Abbiamo sostituito gli impegni alle persone con cui avere un impegno: non vogliamo correre il rischio della libertà dell'altro.

Vogliamo raggiungere i nostri obiettivi non con qualcuno (complemento di compagnia) e per qualcuno (complemento di fine o scopo), ma attraverso qualcuno (complemento di mezzo) e per noi stessi (complemento di fine).

In definitiva, l'obiettivo ultimo dei nostri plurimi impegni è la nostra autorealizzazione.

E facendo così abbiamo ucciso la dimensione della novità, che solo l'incontro vero, profondo e genuino con l'altro porta nella nostra vita. 

Eppure non possiamo sopprimere il desiderio naturale, connaturato nell'essere umano, di lasciarci sorprendere dall'Inatteso che si dona per noi.

Per questo attendiamo tutti frementi di poter aprire l'uovo di Pasqua a cui ancora affidiamo un compito che agli altri abbiamo negato: quello di lasciarci sorprendere.


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