
Cosa può esserci dietro un comportamento aggressivo
Oggi le persone parlano tra loro molto meno di prima mentre sembrano essere più frequenti gli episodi di aggressività, specie all'interno del nucleo familiare. Aumentano infatti drammaticamente i casi di omicidio tra parenti, coniugi, fidanzati ed ex-fidanzati e certamente non possiamo restare indifferenti nel guardare questo tragico spettacolo, quasi non ci riguardasse. "Homo sum, humani nihil a me alienum puto", diceva saggiamente l'antico poeta latino Terenzio.
Come si spiega che in una società civilizzata come quella occidentale del terzo millennio avvengano episodi di questa natura?
Sembrerebbe come riemergere un'aggressività primordiale che credevamo aver debellato promuovendo la cultura della gentilezza e del pacifismo a tutti i costi.
No alla guerra, no agli scontri di idee, no alle liti in qualunque contesto, dal sociale al familiare: ma siamo certi che sia questa la strada giusta da perseguire per raggiungere una condizione di pacifica convivenza tra le persone?
Non dimentichiamo che l'aggressività è una naturale modalità di relazionarci con l'altro che mettiamo in atto ogniqualvolta sentiamo di doverci difendere da un pericolo esterno, da qualcosa o qualcuno che attenta alla nostra incolumità fisica e morale. Si parla infatti di legittima difesa quando si uccide chi vuole ucciderci.
Ovviamente l'omicidio è la più alta forma di aggressività che un essere umano può avere nei confronti di un proprio simile. Ma prima di arrivare all'omicidio, bisogna riconoscere la possibilità che una persona manifesti liberamente la propria rabbia qualora si trovi in una situazione di palese frode, inganno o ingiustizia subita.
E invece oggi si rischia di essere giudicati pazzi e fuori di testa ogniqualvolta qualcuno provi ad esprimere il proprio dissenso rispetto ad una situazione o ad una decisione con toni un tantino più agitati, in un contesto quale può essere la riunione di condominio, l'ufficio, la scuola, ecc...
Abbiamo abolito dalla società qualsiasi manifestazione libera di rabbia tacciandola per follia.
Qualche lettore starà pensando che sto vaneggiando, ma credo sia invece importante recuperare questa emozione propria dell'essere umano quale è la rabbia imparando a gestirla sin da piccoli all'interno del nucleo familiare.
Avrete notato che quando intervistano i vicini di casa o i conoscenti di un omicida i commenti sono sempre del tipo: "Non avrei mai immaginato... Era sempre così tranquillo!".
Bisognerebbe diffidare dei tipi che non si arrabbiano mai, perché il più delle volte o hanno diversi canali di sfogo (vedi i classici perbenisti di facciata con una doppia vita nascosta) o c'è il rischio che all'improvviso esplodano con una aggressività tale che, tenuta repressa per anni, non si sa mai quali effetti violenti e devastanti possa avere una volta che emerge.
Dobbiamo ripartire dalla famiglia e ricominciare a permettere a Gian Burrasca di essere Gian Burrasca, senza ingabbiarlo alla prima marachella con inutili punizioni che altro non fanno che aumentare il rancore e la rabbia.
Abbiamo troppa paura delle liti e per non litigare abbiamo smesso di parlare.
Ma il dialogo è l'ingrediente fondamentale di qualunque relazione vera, autentica, profonda. Se non si parla in famiglia, col tempo si diventa estranei o peggio si covano di nascosto profondi risentimenti gli uni verso gli altri, che prima o poi possono trasformarsi in odio profondo.
Propongo un elogio della lite come antidoto alla violenza e all'aggressività malata e omicida che sembra dilagare nella nostra società.
I genitori consentano ai figli di opporsi e polemizzare liberamente quando la pensano diversamente da loro: può essere infatti una buona occasione per parlare e dialogare su temi importanti e delicati. Lo stesso mi permetto di dire agli insegnanti: coltiviamo in classe spazi di dibattito, in cui ciascun alunno possa esprimere liberamente la propria opinione: dopo una bella lite nascono le migliori amicizie.
Bisogna riabilitare la lite come sana dinamica relazionale in famiglia e in società se vogliamo recuperare l'autenticità delle relazioni e allontanare il pericolo di improvvisi e violenti attacchi d'ira che non sempre poi siamo in grado di controllare.
