
Quale via per motivare i giovani allo studio?
Siamo abituati ad associare l'idea dello studio allo stare per ore e ore chini su una scrivania perché informazioni e conoscenze passino dai volumi alla nostra testa. Mio padre da bambino metteva il libro sotto il cuscino nella convinzione che così nella notte i contenuti scritti sulle pagine entrassero direttamente nel suo cervello.
Un po' di vero c'è in tutto ciò, perché il rischio di questo, pur sempre insostituibile, metodo tradizionale di studio è che il ragazzo diligente impari tutto a memoria senza una reale comprensione dei temi trattati, così che l'apprendimento si riduca ad un semplice versamento di nozioni dalla bottiglia al bicchiere. Bicchiere che puntualmente viene svuotato, e l'acqua buttata via, subito dopo l'uso, ossia al termine dell'interrogazione o della verifica scritta.
Oggi i ragazzi sono troppo svegli per accontentarsi di questo tipo di studio meccanico, che potrebbe tranquillamente svolgere un'intelligenza artificiale al posto loro e forse con questo loro atteggiamento di disinteresse verso la scuola ci stanno chiedendo qualcosa di più.
Genitori ed insegnanti ci interroghiamo su quale possa essere oggi il metodo migliore di fare scuola e puntualmente si ritorna alla proposta di introdurre massicciamente le ultime tecnologie nelle aule per catturare l'attenzione degli alunni di nuova generazione. Ma mi domando se sia effettivamente questo quello che oggi gli studenti chiedono alla scuola. Non sarà questo insistente far ricorso alla tecnologia una sorta di ultima spiaggia cui approdare nel vano tentativo di rincorrere i giovani proprio laddove trascorrono la maggior parte del loro tempo, ossia nello spazio virtuale di internet?
Tutto ciò non mi convince affatto. I giovani hanno bisogno di essere riportati alla vita reale, unico luogo possibile di incontri nutrienti, e non certamente che noi, non più così giovani, trasbordiamo con loro sui social ottenendo l'effetto imbarazzante di scimmiottarli in modo ridicolo.
Realtà e relazione sono gli ingredienti da recuperare perché l'esperienza scolastica cessi di essere per i nostri adolescenti una noia mortale se non una vera e propria tortura. Basta con aride spiegazioni nozionistiche e frustranti interrogazioni basate su un apprendimento perlopiù mnemonico di contenuti ormai avvertiti come inutili e distanti dalla vita di tutti i giorni.
Lo studio tornerà ad essere attraente per i nostri studenti quando rappresenterà uno strumento per tornare alla realtà e non per allontanarsene più di quanto non accada già con la realtà virtuale.
Ai soliti e stantii contenuti scritti sui libri o anche sui siti internet (la sostanza non cambia) bisognerebbe sostituire incontri interessanti e arricchenti. Invitare a scuola testimoni credibili, moltiplicare le uscite didattiche, organizzare lezioni interclasse e favorire i lavori di gruppo in aula sono esempi concreti di modalità didattiche alternative che si potrebbero introdurre a scuola, per lasciare invece ai compiti a casa lo studio dai libri e il consolidamento teorico di quanto già visto, sentito, toccato, conosciuto e assimilato per via esperienziale e relazionale nel tempo scolastico mattutino.
Oltre che della realtà da raggiungere con tutti e cinque i sensi, i giovani hanno bisogno di relazione: di sentirsi confermati dallo sguardo fiducioso e dalle parole di incoraggiamento degli adulti di riferimento, oltre che da un rapporto di amicizia sincero e allegro con i compagni di classe. Tenendo presente che è compito degli adulti facilitare la buona relazione tra i coetanei che, lasciati senza guide sagge e attente, finiscono col cadere nella logica del più prepotente, in questo scimmiottando a loro volta il triste mondo degli adulti, di cui offriamo - ahinoi - quotidianamente testimonianza.
Studium in latino vuol dire passione: un uso smodato delle tecnologie a lungo andare non può che spegnere l'interesse dei nostri studenti che, per destarsi dal torpore, hanno bisogno invece di una iniezione di passione pura verso tutto ciò che è vita, verso la bellezza della realtà che li circonda, fatta non di teorie complicate, ma di luoghi d'arte, storia e natura, oltre che di persone, che nel tempo scolastico possiamo e dobbiamo aiutar loro a riscoprire.